Clicca qui se non visualizzi correttamente il notiziario
Il Consiglio Internazionale dell’Unesco, riunito a Parigi (9-11 giugno 2015), a soli 9 mesi dalla presentazione della candidatura, ha incluso l’Appennino Tosco Emiliano nella Rete Mondiale “Uomo e Biosfera” (MAB). La nuova area MaB comprende i territori di due Regioni, l’Emilia Romagna e la Toscana, compresi in cinque Province (Parma, Reggio Emilia, Massa Carrara, Lucca e Modena) e 38 Comuni (13 in provincia di Reggio Emilia, 9 in provincia di Parma, 8 in provincia di Massa Carrara, 7 in provincia di Lucca e 1 in provincia di Modena). La superficie è più di 223mila ettari di Appennino e colline fra il Passo della Cisa e il Passo Radici.
L’UNESCO è l’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, le scienze, la cultura. E’ stata fondata nel 1945 dopo un lavoro iniziato in piena Seconda Guerra Mondiale. Il preambolo dell’atto costitutivo recita così: “Poiché le guerre hanno origine nello spirito degli uomini, è nello spirito degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace”.
Oggi UNESCO, dopo quasi 70 anni, conta 195 Stati membri e 9 associati
Uno dei principali programmi di UNESCO consiste nell’identificazione, protezione, tutela, trasmissione alle future generazioni dei patrimoni culturali e naturali di tutto il Mondo. Sulla base di un trattato internazionale del 1972 sono stati finora riconosciuti più di 1000 siti (800 culturali, 200 naturali e altri misti). L’Italia è il Paese che detiene il maggior numero di siti al mondo. Ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione Universale. I siti appartengono a tutte le popolazioni del mondo piuttosto che ai singoli Stati.
Poi c’è il programma ‘Man and Biosphere’ detto MaB che è il nostro. Questo programma è stato concepito più o meno contemporaneamente all’altro nel 1971. Il programma ha come obiettivo il miglioramento del rapporto Uomo-Ambiente e la riduzione della perdita di biodiversità
Il programma ha portato UNESCO a istituire le riserve della Biosfera, aree marine o terrestri che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica dello sviluppo sostenibile e della conservazione delle risorse nel pieno rispetto delle comunità locali
Scopo delle riserve MaB è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazioni e l’educazione, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate allo sviluppo.
Nel Mondo, all’inizio di giugno, c’erano 631 Riserve MaB, a queste, in seguito al consiglio durato dall’8 al 12 giugno, presse la sede UNESCO di Parigi, se ne sono aggiunte altre 20, fra le quali la nostra, in compagnia di altre due Riserve italiane, il Delta del po e le Alpi Giudicarie. Ora, in totale, siamo a 651 Aree MaB situate in 120 Stati.
Il Ministero dell’Ambiente ha avuto un ruolo fondamentale nel riconoscimento dell’Appennino Tosco Emiliano come Area MaB UNESCO. Tra i protagonisti, Barbara Degani, Sottosegretario di Stato. “L'Appennino Tosco Emiliano, il Parco del Delta del Po e le Alpi Ledrensi e Judicaria entrano da a pieno titolo nella Rete mondiale dell'Unesco MAB ‘Man and Biosfere’. Nell'anno dell'esposizione universale di Milano, l'Italia dimostra di saper valorizzare e promuovere le sue eccellenze anche a livello internazionale. Si tratta di un importante riconoscimento per L 'Italia oltre che per l'ambiente, la cultura, l'agricoltura e le produzioni enogastronomiche di altissima qualità che rappresentano la ricchezza del Paese di questi nostri territori. Le Riserve della Biosfera sono realtà uniche nel loro genere: non solo siti naturali che conservano e promuovono la biodiversità, ma anche modelli di gestione del territorio e di sviluppo sostenibile, nonché piattaforme che attuano collaborazioni a livello regionale e globale. Le riserve di biosfera dimostrano che produrre ricchezza rispettando gli ecosistemi é possibile: é questo un messaggio di speranza per lo sviluppo, l'occupazione e il futuro delle giovani generazioni, rendendo effettiva la green economy”.
Appennino Territorio Resistente
Agata Cleri - RETE Appennino Parma Est
Vivere in una Riserva MAb Unesco è una grande opportunità e per prima cosa è bene farlo sapere agli abitanti di tutto l’Appennino Tosco Emiliano. Per questo noi della RETE Appennino Parma Est abbiamo deciso di dedicare l’estate a incontri con la gente e alla distribuzione di materiale informativo. La nostra esperienza, del resto, nasce proprio da un progetto di partecipazione, nel gennaio 2014, per combattere “abbandono, omologazione culturale e rassegnazione che si manifestano soprattutto nei centri ormai svuotati dell'alto crinale” per dirlo con le parole del presidente del Parco Nazionale, Fausto Giovanelli. Pensiamo che proprio dalla popolazione residente possiamo attingere la forza di fare della Riserva MAB dell’Appennino qualcosa di importante per noi e per i nostri figli.
L’Appennino è un TERRITORIO RESISTENTE che non vuole assistenza, ma vuole poter lavorare. Per lavorare e così poter continuare a vivere in montagna abbiamo bisogno che non vengano smantellati i servizi; abbiamo bisogno delle strade e delle altre infrastrutture per la mobilità, anche via web!
Noi pensiamo che l’Appennino debba essere considerato come una grande Start-up nella quale saprà mettere in campo le soluzioni più innovative, capacità di visione, capacità imprenditoriali ma anche come tutte le start-up ha anche bisogno di un capitale per partire. E questo faremo, tutti insieme presenteremo il nostro progetto di futuro per incontrare la fiducia delle popolazioni e delle amministrazioni al fine di indirizzare tutte le forze verso un obiettivo comune: creare una area vasta e riconoscibile, interregionale e a fortissima vocazione internazionale. Un’area che ORA grazie alla MAB ha un nome riconoscibile e riconosciuto nel mondo, nella quale invitare e accogliere moltissimi viaggiatori che VORRANNO CONDIVIDERE LO STILE DI VITA che ci è valso il riconoscimento dell’UNESCO.
Invitiamo tutti a connettersi il più possibile con le realtà che hanno voglia di agire in prima persona, come la nostra. Essere in tanti uniti dal basso è la più grande azione innovativa che possiamo mettere in campo e l’appartenenza alla Rete MaB UNESCO era proprio quello che ci voleva per essere sicuri di riuscire.
Il riconoscimento MAB dell’Unesco è un appello ai giovani
Paola Bacci, preside dell’Istituto di Istruzione Superiore Cattaneo-Dall’Aglio e membro del Centro di Coordinamento per la Qualificazione Scolastica (CCRQS)
Il riconoscimento MAB-UNESCO è per il mondo dell’educazione, della formazione e della cultura motivo di grande soddisfazione e al contempo di responsabilità e di impegno. Soddisfazione perché anche la scuola ha saputo esprimere, attraverso le azioni del CCQS, una progettualità finalizzata alla valorizzazione del nostro territorio. In coerenza con gli ordini di scuola e con i nostri profili professionali abbiamo progettato attività di ricerca e approfondimento sull’educazione ambientale, sulle fonti energetiche alternative, i materiali edili eco-compatibili, la bioarchitettura, la contabilità ambientale, la conoscenza e la promozione del territorio, il senso di appartenenza, il turismo, la nuova agricoltura, l’enogastronomia tipica, le nuove tecnologie, la cittadinanza attiva. In collaborazione con il Parco Nazionale ci siamo occupati di formazione e aggiornamento dei docenti, in un contesto di innovazione pedagogica e didattica, sulle tracce del Maestro Loris Malaguzzi.
Impegno e responsabilità perché questo riconoscimento non è un punto di arrivo, ma fa parte di un percorso, di un cammino che tutti insieme dobbiamo proseguire. Ora dobbiamo metabolizzare la consapevolezza di essere parte di un circuito mondiale di luoghi di grande pregio che hanno anche qualcosa da dire sullo sviluppo sostenibile, sulla qualità del sapere, del vivere e del produrre. Poi c’è l’aspetto della concretezza, delle azioni, del fare. Il MAB-UNESCO lo possiamo immaginare in una dimensione di spazio e di tempo che deve essere pensato e riempito in un’ottica di appartenenza, di rete, di sistema. Questi luoghi sono ricchi di bellezza, di valori materiali e immateriali; di tradizioni; di un sapere tramandato in agricoltura, nell’artigianato e più in generale nelle arti e nelle professioni. Al contempo i nostri giovani si misurano con la contemporaneità, la tecnologia, l’innovazione. Nelle nostre scuole esiste già - con progetti, scambi, stage, gemellaggi – una dimensione europea e internazionale.
Questi sono luoghi di eccellenze e anche di opportunità. Ma sono anche territori che stanno vivendo un momento difficile: di timori e paure, di invecchiamento della popolazione, di forte deficit demografico, e la scuola ne sa qualcosa di calo della popolazione scolastica in montagna.
Allora abbiamo bisogno di rilancio, di un obiettivo comune che metta in rete tutte le migliori energie e soprattutto i migliori pensieri, per un paesaggio dove insieme alle meraviglie della flora, della fauna e dei manufatti ci siano persone, attività e bambini. Speriamo tanti bambini!
Sostenere questo territorio è un dovere nei confronti di coloro che ce lo hanno tramandato sopportando sacrifici, fatiche, povertà ed è una sfida culturale. La scuola deve cogliere questa opportunità in una logica di autonomia e innovazione. La deve cogliere per un suo rilancio, per acquisire ulteriori elementi di qualità e originalità. Abbiamo la possibilità di restituire al territorio professionalità nuove, competenze utili per rivitalizzare un’area che il mondo dice essere unica, speciale, un passaggio chiave tra l’Europa e il Mediterraneo.
Il riconoscimento MAB dell’Unesco la scuola lo vede innanzitutto come un appello ai giovani. Intanto è bene farli crescere in un clima culturalmente adeguato e consapevole. Consapevoli anche rispetto all’identità e all’appartenenza. E con il nostro aiuto, i giovani devono lavorare, perché l’Appennino rimanga vivo. Per il nostro territorio lo sforzo deve essere ambizioso e vincente non lamentoso sulla quotidianità.
Uomo e biosfera, le parole sono potenti ed evocative. Rendiamo potente anche il significato, adattandolo bene alla nostra realtà e al nostro senso di speranza per il futuro.
Uno dei primi impegni del Parco Nazionale come promotore culturale dell’area MaB UNESCO è quello di partecipare alla produzione e alla circuitazione della mostra ‘Behind Food Sustainability - Oltre la Sostenibilità Alimentare’. Quest’opera è uno dei contributi che l’UNESCO mette in capo in occasione dell’Esposizione Universale. Il tema di EXPO Milano 2015, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, offre, infatti, uno spunto eccezionale per comunicare a una platea mondiale quello che l’UNESCO realizza riguardo il rapporto fra uomo, cultura, natura e produzione/consumo di cibo e, più in generale, la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale come elemento fondante dello sviluppo sostenibile.
‘Behind Food Sustainability’ mette in evidenza le esperienze provenienti dalla rete delle designazioni UNESCO – i siti del Patrimonio Mondiale, le Riserve di Biosfera e gli elementi del Patrimonio Culturale Immateriale – reinterpretati come modelli di sostenibilità alimentare, dai quali trarre ispirazione per un futuro sostenibile.
Mentre la mostra è in esposizione a Venezia, una versione arricciata da una sezione specifica sarà, a breve, anche nell’Appennino Tosco Emiliano. Sono diverse le tappe previste: in Garfagnana, a Casina in occasione della Fiera del Parmigiano Reggiano, nel Parmense, in Lunigiana e poi, in autunno in diverse città (sul sito del www.parcoappennino.it verranno segnalate tutte le tappe). Sarà l’occasione per informare, confrontarsi, approfondire a livello locale e internazionale sull’Appennino Tosco Emiliano. La sezione speciale è stata, infatti, realizzata per inquadrare alcuni temi specifici promuovendo, così, una vera operazione culturale. I focus sono: ‘Un patrimonio dalla storia, un futuro da costruire. L'Appennino Tosco-Emiliano Riserva Mab Unesco’; ‘Intreccio di diversità biologiche e culturali. Nell'equilibrio tra uomo e natura il segreto per affrontare i rischi dell'omologazione’; ‘Frontiera climatica, terra di passaggio, incanto di paesaggi. Tra Europa e Mediterraneo, tra pianura padana e mare, un caleidoscopio della natura’; 'Riserva delle sorgenti', energia per la vita. Preservare e gestire l'acqua, risorsa primaria’; ‘Coltivare l'Appennino, contribuire ad una sfida globale Dall'adattamento al territorio produzioni di qualità in armonia con l'ambiente’; ‘Coltivare l'Appennino, sviluppare l'economia locale. L'agroalimentare presidio del territorio, fattore di identità collettiva e di coesione sociale’; ‘Azione e responsabilità condivisa fanno la differenza. Pensare al mondo per agire efficacemente sul proprio territorio’