Giornata Nazionale dell'albero

L'acero di Bismantova rinascerà nelle scuole.

( Sassalbo, 19 Novembre 2022 )

Davanti alle scuole della Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano potrà crescere la discendenza dell’acero monumentale dell’Eremo di Bismantova, vecchio di 250 anni. L’iniziativa prende il via in occasione della Giornata nazionale degli alberi, lunedì 21 novembre 2022.

Una scelta presentata dal Parco nazionale dell’Appennino che, con i Carabinieri forestali, ha raccolto i semi, le disamare, cadute sul Centro Laudato Si’ che, proprio sotto l’eremo, è stato inaugurato poco più di un anno fa, nel 2021.

“Consegneremo questi preziosissimi semi dell’acero napoletano (Acer Opalus) alle scuole Mab Unesco (Reggio, Modena, Parma, Massa Carrara, Lucca, Spezia) in occasione delle iniziative ‘Un albero per il futuro’ – spiega il direttore del Parco, Giuseppe Vignali – che prevedono la messa a dimora nelle scuole italiane di circa 500mila piantine. Faremo questo con la consapevolezza dell’importanza degli alberi per il contenimento dei cambiamenti climatici e la conservazione ambientale. Auspichiamo che gli studenti possano fare germogliare la discendenza di questo straordinario acero, probabilmente tra i più noti in regione e in Italia”.

Ed è davvero singolare la storia di questo maestoso albero che, chiunque sale a Bismantova, nota davanti all’eremo che fu dei benedettini. In questi giorni si presenta nella sua stupefacente colorazione autunnale. Messo a dimora, o germogliato spontaneamente tra fine Settecento e inizio Ottocento, quando ancora Bismantova era parte del Ducato estense che, proprio in quegli anni, istituì l’iscrizione obbligatoria a scuola dai 6 a 13 anni.

“Ha un valore simbolico per le nuove generazioni – prosegue Vignali -. È anche l’albero di tutti i fedeli che ancora salgono a Bismantova, di sposi dei decenni passati, di turisti e amanti della fotografia. È scampato, anche, al rovinoso crollo del gigantesco masso nel 2015. Nella seconda metà del Novecento i monaci, che realizzarono il piazzale davanti all’eremo e alcuni bassoservizi sottostanti, decisero di salvaguardarlo. Lo lasciarono salire, sopra il piazzale, grazie a un foro nel pavimento. Un’apertura un po’ stretta, dato che non pioveva più sulle sue radici e la pianta ne risultava sofferente. In occasione della realizzazione del centro Laudato Si’ l’anello è stato allargato e sono tornate pioggia e neve sulle sue radici”.

Il Parco nazionale nelle prossime settimane consegnerà alle scuole le preziose disamere. Gli studenti avranno il comito di metterle in terriccio inumidito e, se germinate, metterle a dimora. Tra 250 anni, magari, qualcuno racconterà e scriverà di questi aceri.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

Dati generali.

Acer Opalus Mill.

Acero napoletano.

Età approssimativa 200-250 anni. Altezza m 18,0. Circonferenza fusto cm 315. 

ID 99 dell’elenco nazionale alberi monumentali. Scheda 01/C219/RE/08. 

Dati botanici sulla specie.

L’Acer Opalus può raggiungere i 20 m di altezza e presenta una corteccia bruno rossiccia lievemente fessurata, desquamata nei grossi esemplari. Le sue foglie caduche sono glabre o quasi, larghe circa 10 cm, palmato-lobate, con 5 lobi poco profondi ed ottusi e denti pronunciati ed acuti. I fiori, ermafroditi, sono gialli con peduncoli glabri, riuniti in inflorescenze corimbose che si aprono prima delle foglie o quasi contemporaneamente ad esse; la fioritura avviene tra marzo ed aprile. I frutti si identificano in due samare appaiate, con ali divergenti, a bordi quasi paralleli; la fruttificazione si ha in agosto e settembre.

L’Opalo rientra nella composizione dei boschi misti a Carpino nero prevalente o a Cerro e Carpino nero, nonché nelle faggete più basse. È distribuito in tutta l’Europa meridionale occidentale, in altimetrie che vanno dalla collina alla montagna.

Nella Romagna meridionale (valle del Savio) si trova anche l’affine Acer Obtusatum W. et K. Che si distingue per le foglie pubescenti nella pagina inferiore, per i peduncoli pubescenti e per le ali del frutto normalmente divergenti a 60°-90°. 

Notizie storiche.

L’esemplare di Acer Opalus si erge ai piedi della roccia della parete sud della Pietra di Bismantova, a circa 811 m slm, nel comune di Castelnovo ne’ Monti ed in provincia di Reggio Emilia. Questo luogo ricopre notevole importanza da molteplici punti di vista differenti: per i valori paesistico-ambientali e panoramici, per i valori storici paleontologici e naturalistici e per la presenza e tradizione spirituale.

La Pietra di Bismantova è un massiccio isolato di calcarenite miocenica, con abbondanti presenza fossili, caratterizzato da pareti verticali strapiombanti e da un pianoro sommitale interessato da un soprassuolo boschivo di latifoglie miste e specie forestali in evoluzione. Il suo intorno è caratterizzato da querceti cedui misti a cerro e roverella, campi coltivati e prati da sfalcio, siepi e praterie arbustate dominate dal ginepro comune, in un contesto tipicamente submontano.  L’interesse naturalistico dell’area fa sì che ricada nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, nella riserva mondiale Mab Unesco, nei siti di Rete Natura 2000 e nei geositi della Regione.

Dal punto di vista archeologico, sulla Pietra e nelle immediate pertinenze sono noti abitati pluristratificati (età del Rame, età del Bronzo, età del Ferro), una necropoli dell’età del Bronzo finale, alcune sepolture Liguri e una struttura castellana medioevale.

L’Acer Opalus è profondamente legato ad un complesso formato da un insieme di fabbricati eterogenei, sviluppati in una pianta articolata di forma rettangolare allungata, disposta in adiacenza alla parete rocciosa della Pietra stessa, che ne costituisce naturale fondale scenico. Gli edifici si identificano in una Chiesa-Santuario, denominata “Madonna della Pietra” o “Eremo di Bismantova”, in un monastero e in un copro di servizio. 

La Chiesa, di origine medioevale, è in stile neo-romanico ma ha subito nel 1943 un allungamento dell’asse longitudinale, un ampliamento delle cappelle laterali e l’aggiunta di un protiro neoromanico.

Il Convento viene invece fondato, in adiacenza alla Chiesa, all’inizio del ‘600 e viene ricostruito e ampliato nel corso del XX secolo, a partire dalle antiche fondamenta; un primo intervento, datato 1925/26 e successivo all’insediamento in loco dei Padri Benedettini di Parma, chiude una terrazza verso valle e varia la distribuzione interna della parte adiacente alla roccia. Nei primi anni ’70 viene aggiunto un piano seminterrato, con la costruzione di un portico e di alcuni locali di servizio; questo piano, irrazionale e situato al di sotto del sagrato della Chiesa, va proprio col citato intervento ad inglobare l’Acer Opalus in uno stretto pertugio che ne sfiora il tronco.

Gli interventi odierni al piano seminterrato ed al sagrato, iniziati nel 2018, si basano sulla volontà di valorizzare il Complesso di Bismantova che costituisce un naturale, secolare, riconosciuto e straordinario luogo di incontro tra natura e spiritualità. Il filo conduttore del centro che ne emerge è l’Enciclica papale Laudato Si’ che sintetizza ed illumina, in termini cristiani ed attuali, la grande eterna tematica del rapporto tra la Natura ed il Sacro nell’esperienza umana.

L’ingresso principale, che funge anche da accoglienza per i visitatori e garantisce il collegamento con tutte le sale, è dominato da un forte elemento naturale, l’Acer Opalus che si erge da questo livello ipogeo all’interno di un patio vetrato, per poi attraversare un’apertura molto più estesa rispetto al piccolo foro originale ed aprirsi sul sagrato, frontalmente al protiro della Chiesa. Dirimpetto alla teca è contrapposto un elemento geologico, la gabbionata retroilluminata oltre la quale è celata la roccia della Pietra stessa, in modo che il dialogo tra questi due punti focali annunci in sintesi il contenuto di tutto il complesso.

Informazioni culturali.

Anche detto Acer Opulifolium Chaix, Acer Opalus Sensu Strictu ed Acer Italum Lauth p.p. In italiano viene chiamato Loppo od Opalo mentre in Emilia-Romagna, secondo la tradizione dialettale, Opi o Azer.

Il legno dell’Acer Opalus trova impiego in lavori artigianali di falegnameria ed è inoltre adatto alla produzione di carbone.

Condividi su
 
© 2024 - Ente Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano
Via Comunale, 23 54013 Sassalbo di Fivizzano (MS) Tel. 0585-947200 - Contatti
C.F./P.IVA 02018520359
Codice univoco per la fatturazione elettronica: UF6SX1 PagoPA
Albo Pretorio - Amministrazione trasparente - URP - Privacy
Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

Facebook
Twitter
Youtube
Flickr