di Fausto Giovanelli
Il Parco cresce, su entrambi i versanti dell'Appennino. La nuova adesione di due comuni, Monchio e Bagnone, l'inclusione nel perimetro di borghi abitati come Sologno, Torsana e Camporaghena e altre aree come la Centrale di Ligonchio e i corridoi di collegamento di Pietra di Bismantova e Gessi Triassici, hanno dato continuità territoriale ed esteso del 10% la superficie del Parco.
Significa qualcosa il fatto che ciò sia avvenuto sulla base della spinta e dell'iniziativa locale, attivatasi non appena l'Ente Parco ha cominciato a funzionare. E significa molto che sia avvenuto in un momento davvero difficile per i Parchi, per la finanza pubblica e per la politica italiana. Il Parco sta introducendo nell'Alto Appennino un fattore di dinamismo, oltre che di competitività e di rinnovato orgoglio territoriale.
A meno di tre anni dalla nomina del Consiglio Direttivo il parco Nazionale dell'Appennino tosco emiliano non può dirsi ancora un "adulto" nel pieno delle sue capacità. Ma c'è. Dà ogni giorno segnali di crescita. E non attende di completare l'edificio istituzionale dell'Ente per riversare iniziative, risorse e politiche di qualità sul territorio.
Definite e avviate le sedi sui due versanti nel cuore del crinale; definito il profilo essenziale del Parco come area di confine euro–mediterranea; rilanciate le azioni e gli studi sul lupo e sull'aquila; adottato il logo; realizzate la prima carta illustrata, la prima guida e la prima brochure; resi operativi il sito internet, il profilo su facebook e altri social network; installate le webcam; adottato e realizzato un programma di marketing territoriale legato alla relazione tra prodotti tipici e paesaggio (che è anche di fatto una costruzione di identità); realizzati i primi quattro centri visita (uno per provincia) e venti info-point, tutti in collaborazione con strutture private sempre aperte; messi in opera progetti di innovazione culturale e turistica come "Neve Natura" e "Autunno d'Appennino". Il Parco è avviato.
Il Consiglio Direttivo ha adottato il Piano del Parco – che attende l'approvazione delle Regioni – e il Programma di sviluppo economico e sociale, che sarà approvato dalla Comunità di Parco entro l'anno. Consta di 102 progetti, articolati per obiettivi diffusi in tutto il territorio, la metà dei quali è già di fatto avviata, una parte addirittura realizzata.
Tra questi 102 vi sono anche i progetti strategici. Parchi di Mare e d'Appennino, che punta a una azione coordinata di tutela e promozione di economia dolce dei territori e dei Parchi tra Appennino Apuane, Cinque Terre.
Parco nel Mondo, che investe sulle potenzialità e nel valore attuale di risorse umane di decine di migliaia di persone emigrate dall'Appennino nella pianura, nella città e in altri continenti.
Atelier di onda in onda, che vuole proporre un modello di educazione ambientale, che sia anche pedagogia della scienza e della natura.
Tutti e tre i progetti sono avviati e puntano sulla sinergia e collaborazione con partner che sono leader nel loro campo, come il Parco delle Cinque terre, l'Associazione Lucchesi nel Mondo, l'Enel, l'agenzia educativa Reggio Children.
Con tale programma, in questo momento di stagnazione, il Parco propone ad istituzioni, imprese e cittadini, concentrazione e concertazione di risorse e di obiettivi per dare un "di più" all'economia, alla vita e alla gestione del territorio dell'Appennino puntando sulle sue eccellenze attuali e potenziali a partire dall'ambiente di qualità e dalla riscoperta del valore del Paesaggio.
L'ampliamento dei confini voluto dalle comunità locali è il segnale che il messaggio è stato colto.