Compleanno per il progetto internazionale che studia il grande carnivoro
Si sta concludendo il primo anno di attività del progetto internazionale dedicato al miglioramento delle condizioni per la conservazione dei grandi carnivori, al quale partecipa il Parco. Un progetto - finanziato dall'Unione Europea tramite lo strumento finanziario a sostegno delle politiche di conservazione della natura (Life +) – che porta un nome complicato e in inglese ("Improving the conditions for large carnivore conservation - a transfer of best practices - Ex-Tra",) ma che al parco e con i colleghi degli altri enti che vi partecipano – i parchi nazionali italiani del Gran Sasso e dei Monti Sibillini, l'Università romena di Brasov, il Ministero bulgaro dell'Ambiente, l'ong croata Balkani Wildlife Society e quella greca Wildlife and Nature Conservation Society - chiamiamo familiarmente "Extra".
Già in passato, sull'Appennino, il Parco del Gigante e la Regione Emilia Romagna avevano utilizzato le risorse del programma Life per attività di protezione del Lupo. E proprio da quelle esperienze, e dalla volontà di trasferirne e sviluppare le buone pratiche gestionali utilizzate dai diversi partner dei progetti, è maturata l'idea di questo nuovo lavoro. Esso si occupa dunque in generale di grandi carnivori, cioè di Orso e Lupo, ma essendo l'Orso assente dal nostro territorio, va da sé che siamo qui concentrati sulla specie 'Canis Lupus', che è tornata ormai da tempo a popolare le nostre valli.
E ce ne occupiamo avendo quattro precisi obiettivi:
-quello di tenere monitorata la presenza della popolazione di Lupo nel territorio del Parco, per sapere quanti sono gli animali, come si associano in branchi, come e quanto si riproducono e quali sono i luoghi che preferiscono. Usiamo a questo scopo delle tecniche tipiche come lo snow-tracking – cioè l'esame delle tracce sulla neve – in inverno e il wolf-howling – cioè l'ascolto degli ululati – in estate;
- quello di conoscere le migliori esperienze di gestione dei problemi che il lupo provoca per farne buon uso nelle aree in cui si è insediato più recentemente, per esempio quelle di collina;
- quello di mettere in atto una positiva collaborazione con tutti coloro (pastori, cacciatori, ambientalisti, operatori dell'asl, ecc.) che hanno interesse a scambiare punti di vista, a trovare soluzioni ai problemi generati dal lupo, a sensibilizzare l'opinione pubblica;
- quello di applicare i metodi più efficaci di prevenzione dei danni provocati dalla predazione del lupo, offrendo soluzioni e strumenti per ridurre quanto più possibile i conflitti con l'attività di allevamento.
Proprio in riferimento a quest'ultimo aspetto, il Parco ha definito un protocollo di collaborazione con le ASL di riferimento per le quattro Province di Massa Carrara, Lucca, Reggio Emilia e Parma. Con l'intesa si vuole garantire una maggiore assistenza agli allevatori colpiti dalla predazione del Lupo e si punta anche a migliorare il livello delle conoscenze in materia. Inoltre, per facilitare la coesistenza del Lupo con l'uomo e le sue attività economiche – che rappresentano un patrimonio di queste montagne, tanto quanto la natura che il Parco è chiamato a conservare - sono stati donati i primi recinti elettrificati anti-lupo per la protezione delle greggi al pascolo e sono state avviate le prime pratiche di indennizzo.
Infine, sono stati stretti rapporti di collaborazione con i Parchi confinanti - del Frignano, delle Valli del Cedra e del Parma - e con il Corpo Forestale dello Stato UTB di Lucca, allo scopo di estendere le attività di progetto e i suoi obiettivi ai territori limitrofi al Parco nazionale.