Ne parliamo con Luca Natale.
Un progetto originale (e fino ad ora unico) come "Parchi di Mare e d'Appennino" affida alla capacità comunicativa dei suoi partner gran parte delle opportunità di coinvolgere, convincere, indirizzare, sostenere. La 'mente' della strategia che sta alla base della comunicazione del progetto è Luca Natale, che attinge anche alla efficacissima esperienza del Parco delle Cinque Terre. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Innanzitutto: su cosa si basa l'originalità della strategia di comunicazione dell'area vasta?
Principalmente è basata sulla consapevolezza di un cambiamento di paradigma avvenuto a livello di Internet e che ha portato ai 'concetti' di web 2.0 e di social network. Elementi sempre più orientati alla partecipazione attiva dell'utente che fruisce sì dei contenuti, ma soprattutto interagisce. Il sito internet, considerato prima una semplice vetrina delle proprie attività, diventa ora un ampio contenitore, che consente la partecipazione diretta per la creazione di contenuti multimediali come testi, foto e video.
Il sito, insomma, da contenitore unico ad elemento integrato di una strategia che coinvolge tutti i mezzi di comunicazione. Quale ruolo viene a ricoprire?
Un ruolo non marginale, ma sicuramente non esclusivo. Lo sviluppo dei social network permette , ad esempio, a "Parchi di Mare e d'Appennino" di riconsiderare le funzioni dei web-sites degli enti che fanno parte del gruppo, progettandoli non come unici portavoce ma come aggregatori di notizie. I contenuti multimediali oggi vengono distribuiti su canali mirati: i video possono essere inseriti su Youtube, le foto su Flicker e le informazioni su Facebook. Stiamo anche utilizzando un programma che permetta l'uso automatico di vari canali: inserendo un elemento sul sito questo viene immediatamente postato sui vari social network, amplificandone la diffusione.
Detto degli strumenti, parliamo dei contenuti. Come ottenere una comunicazione più omogenea per questa area vasta di "Parchi di Mare e d'Appennino"?
Come prima cosa dobbiamo tenere presente che ci occupiamo della comunicazione di Parchi. Istituzioni quindi, che non possono correre il rischio di occuparsi di tutto perdendo di vista i principi e le finalità che costituiscono la ragione d'essere dell'area vasta. Poi dobbiamo tenere presente che all'interno di "Parchi di Mare e d Appennino" ci sono territori diversi, con peculiarità differenti e, in qualche caso, lontani tra loro. E non possiamo trattare allo stesso modo il Progetto del Lupo, il presepe di Manarola o la sagra del cinghiale. Ne uscirebbe un minestrone con la conseguente perdita di credibilità, e col rischio di un calo di attenzione.
A chi ci rivolgiamo? Chi vogliamo raggiungere con la nostra comunicazione?
Teniamo presente che la comunicazione non comprende solo l'informazione, ma anche la promozione, la pubblicità e le relazioni esterne. Con una comunicazione interna e aggregativa, in primis, ci dobbiamo rivolgere a coloro che in qualche modo insistono sul territorio e portano avanti il progetto "Parchi di mare e d'Appennino". Poi dobbiamo incuriosire e stimolare tutti. Portare il nostro paesaggio virtuale nelle case di coloro che sono passati sui nostri territori vuol dire coinvolgere e condividere. La differenza tra 'passare' ed 'entrare' è evidente. Anche per questo tutte le informazioni presenti sul portale devono essere costantemente aggiornate.
Quali sono le azioni da individuare?
Indispensabile creare news e newsletter, così come coordinare le informazioni trasversalmente tra i vari canali di informazione e, altrettanto importante, seguire le relazioni nei vari social network. Dare delle priorità ai messaggi da trasferire.
Come si possono "spostare" i flussi tra i vari parchi, con che mezzi e con che incidenza?A mio parere il primo passo potrebbe essere quello di organizzare un gruppo comunicazione che svolga l'attività coordinata e organica, capace di organizzare stand in luoghi sensibili e di grande flusso turistico (abbiamo provato sulla Via dell'Amore, e direi con successo), di partecipare alle
diverse manifestazioni che vengono organizzate sui vari territori, di creare un sito-portale che accolga e coordini le informazioni dei siti di ciascun Parco.
Possiamo concludere con uno slogan e un auspicio?
Sicuramente sì. Dobbiamo andare avanti verso il futuro sfruttando al massimo la tecnologia e le autostrade telematiche che accorciano le distanze. Il nuovo ambientalismo ci deve portare verso il futuro con la tecnologia e non con la candela. Perché con la candela in mano non ci seguirebbe nessuno!