Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ancora sotto gli obiettivi di una rete televisiva nazionale. Le telecamere di TG Montagne, consolidata trasmissione della Rai, in onda tutti i venerdì alle ore 9.15, hanno visitato il Parco per ritrarne le tante eccellenze e i punti d’interesse. La troupe, composta dall’inviato Alberto Gedda e dagli operatori Guido Cravero e Salvatore Schillaci, ha percorso i borghi del crinale per filmare colori e paesaggi del Appennino: dalla Lunigiana al parmense, sostando nei centri visita di Apella (Licciana) e Succiso (Ramiseto).
Un itinerario tra personaggi e luoghi che fanno del Parco un ambiente straordinario, seguendo la filosofia del programma che è solito proporre ‘viaggi’ in una dimensione montana poco conosciuta, lontana dalle copertine patinate e dalle più note stazioni turistiche invernali.
La visione dei servizi che TGR Montagne proporrà nelle prossime settimane - a cominciare da quello che andrà in onda venerdì 11 alle 9,15 - permetterà di approfondire, da una parte il concetto di albergo diffuso, e dall’altra di ritrovare le tracce della poetica di Attilio Bertolucci, a cento anni dalla nascita.
Le sinergie tra Parco dell’Appennino e operatori turistici hanno permesso di reinventare, per questo vasto territorio, un modello di centro-visita basato sul recupero e la valorizzazione dell’esistente, senza la necessità di costruire ex novo strutture e impianti. Un modo, inoltre, per restituire attrattiva ai centri storici e per rivitalizzare economie locali. E’ il caso dalle botteghe/laboratorio del Parco a Licciana Nardi, o dell’antico abitato in pietra di Apella, recuperato grazie al lavoro famiglia Maffei, oppure della frazione di Succiso, che per affrontare i problemi legati ai servizi essenziali per la comunità e del lavoro in montagna, ha realizzato la formula di cooperativa-paese.
Sugli schermi nazionali passerà dunque il lavoro di un Parco che si propone come punto di riferimento per un territorio che non vuole cedere il passo, impegnato nel raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile e che vuole essere un “collante” affettivo per la sua gente. Come nel caso dei Bertolucci che, grazie in particolare a Marta Simonazzi, hanno fatto della loro casa di famiglia a Casarola un centro di aggregazione sociale e di eccellenza culturale.