A Ligonchio arte, scienza, natura e artificio
( 31 Marzo 2011 )Al via la nuova stagione dell’Atelier delle acque e delle energie, ‘Di Onda in Onda’, di Ligonchio, realizzato dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano in collaborazione con il Comune di Ligonchio, Enel, Fondazione ‘Pietro Manodori’ e la consulenza di Reggio Children. Il primo anno di attività, il 2010, ha portato nel cuore dell’Appennino Reggiano oltre 3000 tra scolari e visitatori. Un grandissimo successo come si può capire sfogliando il libro delle presenze.
«Entrare in un luogo dove si produce energia con l’acqua, poter esplorare, sperimentare, giocare con acqua ed energia, è un’esperienza molto bella e rende autentico e sorprendente il viaggio di chi impara e può conoscere attraverso la sperimentazione e il gioco». Così uno dei commenti descrive l’Atelier.
Un’insegnante esprime la sua gratitudine dicendo che «non ci sono parole per descrivere l’esperienza fantastica, basta guardare l’espressione piena di gioia di tutti i bambini».
“Costruzioni di carta” “sculture” e “mulini” ritornano nelle descrizioni dei bimbi che hanno lasciato traccia del loro passaggio. Tutti espongono il proposito di ritornare.
Anche per questo il Parco ha deciso, in accordo con i partner, di continuare questa esperienza. Le conferme non hanno tardato ad arrivare, così il calendario primavera 2011 è già fitto di appuntamenti: non solo con le scuole, ma anche con gruppi internazionali di insegnanti, ricercatori e pedagogisti che a Ligonchio intendono confrontare le loro esperienze e arricchire i loro percorsi, come già avviene a Reggio Emilia presso il Centro Internazionale ‘Loris Malaguzzi’.
Il primo anno di attività dell’Atelier ‘Di onda in onda’ di Ligonchio ha permesso di porre le basi di un rapporto di collaborazione con moltissime scuole. E’ stato una sorta di ‘prima accoglienza’. Questo secondo anno – come spiegano gli organizzatori - permetterà di consolidare le relazioni con gli Istituti scolastici e di svolgere con le classi piccoli progetti sperimentali. Un esempio è l’attività che si sta già svolgendo con la scuola di Case Bagatti (Villa Minozzo, RE) sui mulini ad acqua. Queste esperienze guidate dagli atelieristi di Ligonchio permetteranno ai piccoli “esploratori” di incuriosirsi e interrogarsi, di ricercare e di riprovare, di costruire ipotesi e teorie e, infine, di verificarle con la sperimentazione. Una ricerca che non si limita a offrire una spiegazione scientifica dei fenomeni, ma che mira a mescolare natura e artificio, arte e scienza, interpretazione e rappresentazione.
In questo contesto in cui la prorompente Natura del Parco e la tecnologia dell’Uomo s’incontrano e si contaminano, è stato possibile riprendere il cammino della straordinaria esperienza educativa nata quarant’anni fa a Reggio Emilia, ispirata al pensiero pedagogico di Loris Malaguzzi. Anche l’Atelier delle acque e delle energie è un luogo dove valorizzare quel patrimonio di potenzialità e risorse che si esprimono attraverso i cosiddetti ‘cento linguaggi dei bambini’ (concetto base dell’approccio pedagogico di Reggio Emilia). Qui arte, scienza, natura e artificio si compongono e ciascuno, piccolo o grande che sia, può contribuire con il suo punto di vista a dare un’interpretazione della complessità dei fenomeni, così come poteva succedere nelle botteghe del ‘400, dove scienziati come Leonardo realizzavano macchine e istallazioni.