Pubblicato il libro del fisico Bisi, ispirato dagli Atelier di Reggio Children
( Sassalbo, 20 Ottobre 2011 )Chi pensa che solo i maghi possono rendere visibile l’invisibile si sbaglia di grosso. Per averne una dimostrazione si possono visitare gli Atelier Raggio di Luce di Reggio Emilia e l’Atelier delle Acque e delle Energie di Ligonchio, nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Un consiglio è anche leggere "Visibile e invisibile" il libro, appena uscito, di Olmes Bisi, professore ordinario di Fisica generale presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Lo si potrebbe definire un cattedratico, ma per chi l’ha visto sul campo questo è un titolo riduttivo. Bisi, con Carla Rinaldi, Presidente di Reggio Children, e Giovanni Piazza, Atelierista, ha progettato gli Atelier sviluppati nell'ambito dell'esperienza dei Nidi e delle Scuole dell'infanzia del Comune di Reggio Emilia e di Ligonchio. Esperienze che hanno spirato il libro pubblicato da Sironi Editore, in coedizione con il CNR.
«Un testo rivolto a tutti che raccontato con un linguaggio semplice e con numerose foto e illustrazioni i fenomeni della luce – spiega il fisico – Proprio questi fenomeni, tra i più spettacolari in natura, non hanno mai smesso di affascinare osservatori di ogni età: si pensi all’arcobaleno, a un tramonto sul mare, ai giochi di ombre. Nel corso dei secoli abbiamo imparato a capire la luce, arrivando a sfruttarla e crearla per illuminare una stanza e cuocere la cena, curare le malattie e trasmettere informazioni, indicare percorsi stradali e produrre energia. In realtà la luce non è solo quella visibile: lo spettro elettromagnetico è ben più ampio e sorprendente e questo libro si offre da guida per esplorarne anche la parte “invisibile”».
Legge però è solo una parte del percorso, l’autore, infatti, ci invita ad andare oltre la carta, a esercitare la nostra curiosità, a lasciarci sorprendere da ciò che osserviamo secondo la nostra sensibilità, tornando a imparare in modo creativo, come fanno da bambini grazie ai loro cento linguaggi.