di Fra' Ranaldo
( Sassalbo, 20 Giugno 2024 )E con questo sono 10!
E chi l’avrebbe mai detto che da un’idea talmente strampalata, a cui in pochi credevano, si potesse arrivare a costruire, con l’aiuto di tutti voi, un evento di tale portata che ora definirei più “festa”!
Certo, sono il primo a rendermene conto, che oltre ad un briciolo di pazzia, occorrano anche due cucchiaini di fortuna ma…..tant’é…..il decimo compleanno e’ raggiunto, per festeggiare il quale bisognerebbe pensare ad una mega torta, ma preferisco immaginarla non affettata, una torta fatta di boschi, chiaramente ai frutti di bosco e come candeline dieci faggi secolari delle selve del nostro amato crinale!
A volte mi piace ricordare come e’ iniziata, quasi per scherzo, chiamando da subito la manifestazione “Campionato Mondiale del Fungo”, non per presunzione, bensì quale idea lanciata in totale libertà e svincolata da qualsiasi aspettativa, positiva o negativa che fosse.
Se poi penso che c’era da partorire un regolamento per una passione al di fuori di ogni regola e che, per essere mondiale, era necessaria quantomeno la presenza di qualche partecipante straniero ragion per cui gli sfidanti d’oltre confine ce li siamo dovuti inventare con “atleti de noantri” (e chi tra i fedelissimi del Mondiale non ricorda l’Arabo!), beh, ci si rende conto che un po’ fuori con la pera dovevamo pur esserlo.
Mi viene in mente la suddivisione a settori delle prime edizioni, con la diretta di tutto il Mondiale minuto per minuto sparata a tutto volume dagli altoparlanti intorno al tendone, il mitico tendone di fianco al lago, con la enorme soddisfazione dei 96 concorrenti alla prima edizione.
Già allora il Mondiale parlava già di rispetto ambientale, sia per la serata formativa del sabato pomeriggio che per la cosiddetta “Combinata Appenninica” che comprendeva anche la raccolta rifiuti.
E così, già dalle prime edizioni, si sono formate squadre con tanto di divisa che sono ormai una presenza costante alla manifestazione: si sono create indissolubili amicizie che altrimenti non sarebbero state possibili con partecipanti che, anche al di fuori della manifestazione, si danno appuntamento nelle più svariate località montane d’Italia per trascorrere interi weekend tra ricerca e libagioni, amici che da subito hanno compreso e abbracciato la vera essenza della manifestazione, della festa e della gioia di trascorrere una due giorni in allegria, immersi nella natura, indipendentemente dal cesto pieno o vuoto.
Cosi’ come sono nate, proprio da amici del Mondiale, iniziative a scopo benefico quali l’ormai famoso calendario della Compagnia del Boletus, la cui vendita ha permesso di raccogliere e donare più di 100.000,00 euro a favore del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale del Bambino di Parma, oltre ad aiuti in favore della popolazione dell’Emilia Romagna colpita dalle recenti alluvioni.
E chi non ricorda l’edizione , nella quale, ancora organizzata completamente a bordo lago, una improvvisa tempesta di acqua e vento ci ha scaraventato il tendone direttamente in ammollo nel lago stesso, e questo alle 3.00 del mattino, con l’intervento dei Briganti ed addirittura di qualche iscritto al Mondiale che, sentito il trambusto ed incurante delle bisbocce del sabato notte non proprio “alcool fre”, si e’ riversato in piazza a dar man forte per riesumare il tendone ormai zuppo.
Intanto la manifestazione cresce, si passano i 500 concorrenti per arrivare a 760 e siamo promossi all’interno del Palaghiaccio, scongiurando così in parte le bizza del meteo, che comunque ci riserverà ancora partenze con cime innevate!
Si arriva così ad oltre 50 squadre provenienti da tutta Italia, e finalmente il Mondiale lo diventa davvero: dapprima un austriaco, poi un argentino e quindi la squadra dalla Lituania, con perla finale Daisuke Miyagawa dal Giappone: il Mondiale diventa veramente tale, ripagando di soddisfazione il duro impegno di tutti.
A mettere il classico bastone tra le ruote ci pensa quindi il Covid a cui si tenta di rispondere, con successo anche discutibile, con l’edizione del “Mondiale online 2020” dove, se da un lato risultati e classifica rendono la vita difficile ad organizzatori e partecipanti (quando non sai piu’ cosa inventare pur di rimanere aggrappati ai bei ricordi….), si cerca, ed in ciò si riesce, nel mantenere saldi ed uniti quei vincoli di amicizia nati negli anni e con essi la certezza che ci saremmo rivisti presto….e così e’ stato…..si ricomincia!
Da qui in avanti però non si vuole perdere di vista il vero spirito ed obbiettivo della manifestazione, l’impellenza e necessità di divulgare quanto più possibile il concetto di “rispetto ambientale” inseguito negli anni con lezioni formative, gite ambientali sui monti organizzate per intere scolaresche accompagnate da guide ambientali, dibattiti e convegni dedicati ai temi a noi cari.
Con il passare delle edizioni si e’ compresa la linea da seguire, e così e’ avvenuta la svolta, la modifica ai regolamenti, allontanandoci da una manifestazione che attraeva più per la “competizione, la maglia e la medaglia” rispetto a valori piu’ nobili ed educativi, anche stanchi da ripetuti tentativi di furbate, alla faccia della correttezza pur di raggiungere il podio.
Ed allora…..via di fantasia: si toglie il peso del bottino che tanto ci ha fatto penare e lo sostituisce con la bellezza di un unico esemplare; si inserisce la prova fotografica, quest’anno sostituita dalle memorie dal bosco, e si mantiene la pulizia dell’ambiente con la raccolta rifiuti.
Proprio quest’ultimo argomento e’ stato preso di mira ed a più riprese dalle critiche più disparate, secondo le quali non aveva senso andare a pulire i boschi a casa altrui.
Io invece sono fermamente convinto che occorra “non guardare il dito ma mirare alla luna”: sicuramente l’impegno di coloro che con entusiasmo hanno partecipato a questa prova hanno mandato un forte messaggio sul come ci si debba comportare, specialmente per chi e’ agli inizi, quando si entra nei boschi, anche a funghi ma non solo; questo insegnamento e’ stato trasmesso alle decine di bambini che hanno camminato con noi; l’abitudine di un sacchetto rifiuti a fianco del cestino per funghi, prima poco praticata ed ormai quasi consuetudine e’ qualcosa che e’ nato negli ultimi anni anche grazie a queste iniziative.
Abbiamo sempre sostenuto che sarebbe molto bello ed un enorme traguardo se noi lasciassimo ai piu’ giovani, ed in questo caso ai fungaioli ancora in erba, un ambiente, i boschi ed i monti tali e quali a come li abbiamo conosciuti noi diverso tempo fa: non abbiamo mai preso repentina coscienza dei cambiamenti climatici come negli ultimi anni, l’avete notato tutti e non possiamo far finta di nulla, per cui sono contento ed orgoglioso della strada intrapresa, del Mondiale della svolta.
Certo, scelta per alcuni impopolare, a scapito del numero di concorrenti e dei cosiddetti “fenomeni” della ricerca, ma penso che se davvero anche loro si ritengono ambientalmente legati alla loro passione, partecipando alla festa piu’ per divertirsi che per vincere, senza farne un dramma od una fobia per aver rinunciato ad un giorno nel fare mattanze in giro per i monti, penso che allora il loro contributo l’avrebbero dato davvero: ma se non fosse così….ce ne faremo una ragione come e’ sempre stato!
E poi, per concludere, una ultima confidenza dal confessionale del frate: sapete quale e’ stata la mia più grande soddisfazione della scorsa edizione? I volti sgomenti ed increduli dei vincitori, trovatisi singolarmente od a squadre sulla vetta di una classifica grazie ad un regolamento che, per loro bravura ma anche fortuna, sia così dolcemente imprevedibile da premiare anche chi proprio non se lo sarebbe mai aspettato!
Ciao a tutti dal frate