- Partenza: Castelnovo ne' Monti
Dalla Valle del Secchia alla Valle del Dolo, dalle foraggere al paesaggio dominato dalle foreste dove la presenza dell'uomo ha lasciato solo pochi segni: piccoli borghi di origine medioevale ed un'economia basata soltanto su pastorizia e sfruttamento del bosco fino a mezzo secolo fa.
Da Castelnovo ne' Monti si segue la statale 63 dal Passo del Cerreto in direzione Reggio Emilia, quindi si imbocca la provinciale 9 per Villa Minozzo, che scende verso la Valle del Secchia.
Alla confluenza del rio Spirola, si trova la frazione di Gatta: in località San Bartolomeo, durante alcuni lavori stradali degli anni '70 del secolo scorso, è venuta alla luce una necropoli di origine romana, risalente al I-II secolo d.C. Inoltre, in questa zona, le acque del Secchia sono state sfruttate fin dal '700 da vari opifici e mulini, tra i quali il Mulino di San Bartolomeo, tutt'ora in attività.
Dal ponte di Gatta, si diparte una strada che segue il versante destro del Secchia verso le Fonti di Poiano, la maggiore risorgente carsica dell'Emilia Romagna. Poi la strada prosegue oltre, fino al ponte del Pianello, con varie aree di sosta nelle quali alcuni pannelli illustrano le caratteristiche geologiche della zona, in particolar modo per quanto riguarda i Gessi Triassici.
Dal ponte di Gatta, proseguendo sulla provinciale 9, si raggiunge Villa Minozzo, circondata da prati, pascoli e colture foraggere destinate all'allevamento zootecnico caratteristico della zona, dove si produce il Parmigiano Reggiano. Inoltre, al Centro Culturale Polivalente "Arrigo Benedetti", ha sede il Museo del Maggio, dedicato alla nota tradizione popolare.
La strada provinciale continua nella selvaggia Val d'Asta, supera il torrente Secchiello e raggiunge, il borgo storico di Governara, poi le piccole frazioni di Case Bigatti e Riparotonda, oltre le quali, prendendo al bivio di Case Balocchi la provinciale 99, si arriva a Febbio, stazione di villeggiatura estiva ed invernale, alle pendici del Monte Cusna.
Tornati al bivio di Case Balocchi, si prosegue sulla provinciale 9, toccando il paese di Cervarolo, borgo storico noto soprattutto per essere stato ambientazione di uno degli episodi più cruenti della guerra partigiana durante la Resistenza.
Andando oltre, attraversando la ripida Valle del Dolo, si scorgono i ruderi della Torre dell'Amorotto, su una dorsale del Monte Beccara: da una piccola area di sosta, un sentiero consente di salire fino alla torre.
Arrivati a Civago, nota stazione sciistica, è possibile visitare il mulino dell'800, scendendo a valle dell'abitato, mentre a monte del paese, in località Case Cattalini, si imbocca la strada forestale per l'Abetina Reale. La strada, all'inizio asfaltata e poi sterrata, è aperta al traffico per circa 10 km, fino al ponte sul rio Lama: l'ideale è percorrerla a cavallo o in mountain bike. Prima si attraversa una faggeta, poi si entra nell'Abetina, in passato oggetto di intenso sfruttamento della foresta, oggi Sito di Interesse Comunitario, sul lato destro del bacino del Dolo. Oltre la sbarra al ponte del rio Lama, la pista forestale porta al Rifugio Segheria ed al Passo delle Forbici, andando verso sud, al Rifugio Battisti ed al Passo di Lama Lite, andando verso nord.