Cerreto Alpi e i Laghi

A piedi         Elevato interesse: panorama Elevato interesse: archeologia Elevato interesse: storia 
  • Partenza: Cerreto Alpi (921 m)
  • Arrivo: Cerreto Alpi
  • Tempo di percorrenza: 4 ore
  • Difficoltà: T - Turistico
  • Dislivello: 450 m - massimo 1310 m
  • Segnavia: parzialmente segnato 649, 649 F, 649E, in parte assenti
  • Periodo consigliato: da aprile a novembre
  • Località attraversate: Cerreto Alpi - Orsarecce - Lago Pranda - Morale - Cerreto Alpi
  • Comuni interessati: Collagna

Bellissima escursione tra i monti di Cerreto, quasi del tutto sui depositi morenici di origine glaciale, i cui resti più spettacolari sono i laghi Pranda, Gore e Scuro, e le altre innumerevoli torbiere. Si svolge in gran parte su mulattiere storiche, in gran parte selciate, che rischiano tuttavia di scomparire ingoiate da vegetazione e scalzate dalle piogge torrenziali degli ultimi anni.

Diviso in tre borgate adiacenti, Cerreto ha una lunga e travagliata storia, dovuta alla posizione strategica alla base dei valichi commerciali tra versanti liguri, toscani e lombardi dell'Appennino. Nonostante alcuni restauri e nuove costruzioni un po' incongrue degli ultimi decenni, conserva un fascino intatto di insediamento montano, risparmiato dalla viabilità principale. Una rete di mulattiere antiche, in parte ancora selciate lo lega ai borghi vicini (Collagna, Valbona, Ligonchio, Sassalbo) e ai suoi storici territori per lo più a bosco di cerri e faggi, pascolo e castagneto. Numerose testimonianze dei secoli passati resistono in alcuni edifici storici, come l'osteria con portale seicentesco in via Piana, la chiesa di S. Giovanni ricostruita più volte (il portale reca la data 1724) presso il sito dell'antica rocca. Una cooperativa di giovani del paese, i "Briganti di Cerreto", cerca di invertire la tendenza ultradecennale all'emigrazione, lavorando nei boschi, nei castagneti, facendo rivivere il paese con un turismo di riscoperta delle radici culturali assai diffuso all'estero ma molto meno in Appennino. Si può pernottare nel borgo presso abitazioni o nella canonica attrezzata a rifugio. Presto si ricaveranno posti-letto suggestivi nell'antico mulino ad acqua. Per una visita accurata al borgo e ai dintorni potete fare riferimento ad essi presso il Rifugio dei Briganti, recentemente costruito in legno poco fuori dal borgo. Raggiungendo il paese da una deviazione della SS 63, prima di entrare in paese si consiglia di voltare a destra ad angolo acuto sulla via Circonvallazione, e parcheggiare lungo questa nel tratto rettilineo in piano, poi si prosegue a piedi lungo a strada per scendere al Rifugio dei Briganti o si torna di poco indietro per imboccare a sinistra il sent. 649 (inizio dell'escursione) o a destra una via stretta che scende in centro verso la chiesa.
Dal centro di Cerreto Alpi 921 m (albergo trattoria Gian) si sale verso S lungo la stretta via (sent. 649) che sale verso SW, incrocia la via Circonvallazione e prosegue fino a lasciare il campo sportivo sulla destra. Ormai divenuta larga carrareccia, la via scavalca un colletto e scende leggermente e al primo bivio, 986 m 599333E-4908405N, si lascia la carraia principale per voltare a sinistra in salita (sent. 649F), imboccando un'antica mulattiera per i laghi e le foreste soprastanti. Presto la carraia costeggia alcuni campi aperti, poi la mulattiera riprende nel bosco per salire lungo un bel viale di cerri, fiancheggiata da muri a secco. Poi a quota 1035 m una secca svolta a destra segna il passaggio tra il querceto e il soprastante castagneto. Ora in salita progressiva verso S, aggiriamo il poggio del Montale, fino a uscire su un piccolo valico panoramico su marne grigie scoperte ed erose, dette le Orsarecce. Si prosegue sulla mulattiera, che sale di traverso con tratti panoramici sul gruppo del Monte Casarola, con lunghi tratti in falsopiano sui 1130 m. Dopo un caratteristico affioramento di calcari cavernosi (fanno parte della formazione triassica di Burano), attraversiamo una linea elettrica, quindi la mulattiera si infila a sinistra lungo una valletta in salita nella faggeta, fino ad incrociare il sent. 649 nuovamente. Lo imbocchiamo verso sinistra in salita a tratti ripida, lasciando a sinistra la Pianaccia 1166 m, una bella conca aperta (si tratta di un'antica torbiera, la prima che troviamo impostata su depositi glaciali), ancora oggi saltuariamente coltivata per l'alimentazione degli ungulati. Costeggiando l'alta valletta del Canale Cerretano si sale a sinistra prima di guadarlo (seguendo i segnavia 649, il guado farà parte della discesa sul sent. 649E), e presto si va ad incrociare una strada 599190E-4906757N, poi si scende sulle rive del Lago Pranda 1274 m (1.30).
Antico lago di origine glaciale, lentamente interratosi e mutatosi in torbiera, fu di nuovo innalzato il livello dell'acqua con una piccola diga sull'emissario, il Canale Cerretano, ed oggi si presenta come un basso ma vasto lago circondato da faggete, mentre la torbiera risulta relegata alla lunga piana rimasta asciutta a monte del bacino, con le sue caratteristiche specie vegetali.
Si inizia a costeggiare il lago sulla sponda occidentale, costellata da grandi massi erratici: si lascia a destra il sent. 649B, e poco prima di risalire su una carraia (tabella per Lago Gore, più volte asportata, non si sa se la troverete ancora… 599030E-4906509N) si può compiere a destra una bella deviazione al Lago Le Gore. Si sale su un sentierino scalinato alcuni anni fa e che avrebbe bisogno di una risistemata, ormai non si distingue quasi più, nonostante recenti segnavia. Superiamo una prima carraia e saliamo diritto, poi una seconda (frecce in legno) e ci si inoltra nella faggeta in salita. Superata una soglia morenica si segue in falsopiano una valletta tra il bosco di faggio, fino ad attraversarla e piegando progressivamente verso sinistra (dir. S) seguendo la labilissima traccia superiamo la morena laterale e iniziamo a scendere verso la riva del bellissimo Lago Le Gore 1295 m 598867E-4906273N (0.20-1.50).
Conviene fare il giro attorno al lago, il più isolato e il meno frequentato, nonostante la strada per il moderno insediamento di Cerreto Laghi passi poco a monte del bacino. Le sponde ripide del piccolo anfiteatro glaciale lo hanno preservato, e aggirandolo si notano i conoidi detritici che lo stanno interrando lentamente, il piccolo emissario quasi sempre secco, la potente morena che ne sbarra il bacino a valle.
Chiusi ormai gli altri vecchi sentieri, conviene tornare sui propri passi fino alle sponde del Lago Pranda e si prosegue sui segnavia 649 verso destra, attraversando poco dopo su ponticello di legno il Canale Cerretano che si immette nel lago.
Una breve risalita attraverso radi e grandi faggi con massi erratici ci fa notare a destra la piana allungata formata dal sinuoso ruscello, anch'essa un tempo un lago, poi una torbiera, con numerose specie vegetali tipiche delle zone umide montane. Una breve risalita in traverso porta a risalire alla larga carraia fiancheggiata da lampioncini per un percorso vita in estate e di fondo in inverno.
Si lasciano a destra i segnavia 649 per seguire la carraia a sinistra verso N, costeggiando il piccolo ma profondo Lago Scuro 1285 m e il suo gemello minore Lago del Vivaio, di poco precedente, entrambi molto ridotti in estate, senza emissari. In breve raggiungiamo il rifugio Lago Pranda 1277 m 599196E-4906527N (0.40-2.30), un bel ristorante-bar in legno (tel. 338-3708419) utile riparo e sosta per uno spuntino o un pranzo.

Ora si scende sulla stradella sotto il rifugio e si prende a sinistra, superando su ponticello l'emissario del lago Pranda (il Canale Cerretano), fino a incrociare i segnavia 649, che la attraversano. Si riprende il 649 a destra ripercorrendone un breve tratto, e al bivio presso il torrente 599367E-4906851N quando una svolta secca a destra ci fa guadare suyi segnavia 649E. poco dopo si supera il piccolo valico della Serravecchia 1253 m, e si raggiunge una strada sterrata, che si segue pochi metri a sinistra, e dopo la curva occorre fare attenzione per salire a sinistra sui segnavia 649E, l'antica mulattiera da Cerreto ai laghi e alla Lunigiana per il valico della Crocetta. Dopo un tratto di recente esbosco, si scende poi sulla destra nella conca di origine glaciale ai piedi dello stradello, e poco battuto raggiunge il fondo della torbiera del Canè (forse da canneto), che si allaga solo in primavera e autunno 599658E-4906995N. Verso N si riprende il sentiero che rientra nella faggeta scendendo lungo l'emissario della torbiera, sempre in secca, tra massi arrotondati, resti di muretti che delimitavano la mulattiera e rami secchi caduti, segno della poca frequentazione da molti anni. Dopo 10' il sentiero si divide (1180 m c. 599725E-4907280N): seguiamo sui segnavia quello di destra, che scende a tornanti nella faggeta, fino a incontrare il castagneto, tenendosi sempre in discesa tra una valletta a destra e il castagneto secolare a sinistra. Infine si esce sulla strada sterrata a quota 1033 m 600023E-4907633N. Sul lato a valle la mulattiera continua a scendere nel castagneto del Morale, fiancheggiata da muri a secco, e con tratti ancora selciati guada un ruscello. Segue il tratto più suggestivo e conservato, con faggi potati ad arte per sostenere le scarpate laterali, e oltrepassata una Maestà con la Madonna di Montenero ci si accosta al Canale Cerretano entrando nel borgo di Cerreto Alpi (1.30-4.00).

Punti d'appoggio Cerreto Alpi: camere e ostello, inf. Coop. Briganti di Cerreto Tel. 0522/897659 - 347/1639146, www.ibrigantidicerreto.com; ristorante-bar Lago Pranda (Tel. 338/3708419)
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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