- Partenza: Passo del Lagastrello (1198 m)
- Arrivo: Passo del Lagastrello (1198 m)
- Tempo di percorrenza: 5 ore
- Difficoltà: T - Turistico
- Dislivello: 650 m
- Quota massima: 1756 m
- Segnavia: segnato 659B, 659A, 653, 657, 00
- Periodo consigliato: da giugno a novembre
- Località attraversate: Diga Lagastrello - Sella M. Acuto - Rif. Sarzana - L. Gora - La Selva - Quattro Fagge - Diga Lagastrello
- Comuni interessati: Ramiseto, Comano
Il Monte Acuto, detto localmente Pizzacuto, domina il conca del Lagastrello, estrema propaggine occidentale del gruppo dell’Alpe di Succiso. Grandiose morfologie glaciali hanno generato numerose torbiere e laghetti di grande interesse. Presso l’unico lago vero e proprio fu edificato nel 1980 il Rif. Sarzana dall’omonima sezione CAI. L’anello classico parte dal ponte stradale presso la diga del Lago Paduli, ma preferiamo qui suggerire la partenza dal Passo del Lagastrello, sfruttando alcuni sentieri poco conosciuti ma di grande bellezza e interesse naturalistico.
Dal Passo del Lagastrello 1198 m imbocchiamo la strada per Comano (segnavia 00), ma dopo 100 m c. voltiamo a sinistra su una carraia in discesa segnata 659B. In una faggeta riconvertita ad alto fusto caliamo rapidamente sulle rive del Lago Paduli (se è a livello massimo è veramente uno spettacolo suggestivo). La carraia aggira il lago verso destra, attraversando poi a sinistra la valletta del T. Enza, che dopo 1 km dalle sorgenti entra nel lago (che dal 1905 ne interrompe il corso). Visto che però è quasi sempre a secco, anche le sue sorgenti sono ardue da scoprire… Tenendo sempre a sinistra ora la carraia costeggia la riva orientale del lago, tra i residui pascoli che occupavano un tempo l’intera conca e che generarono liti secolari tra i pastori dei due Stati qui convergenti (di Parma e di Firenze). In tarda primavera la fioritura è spettacolare fin sulle rive, mentre in autunno inoltrato i colori della faggeta e degli arbusti di ginepro che costellano i pascoli lo è altrettanto. Il sentiero raggiunge infine la diga del Lago Paduli 1180 m (0.45), terminando sul sentiero 659 poco a monte del ponte stradale e del parcheggio 591038E-4911636N.
Si volta invece a destra per salire in breve ad una radura con Maestà con Madonna in marmo datata 1863: a sinistra il più breve 659 sale verso il rif. Sarzana, ma ora voltiamo ancora a destra sul sentiero 659A. Una breve salita a lato di un affluente artificiale del lago ci fa poi uscire su una bellissima radura solcata dal ruscello: ora sembra tutto naturale ma ai primi del xx secolo vi fu deviato il Rio Garzoli per conferire più portata al lago Paduli, scavando un letto nuovo attraverso una antica torbiera. Il sentiero riprende oltre la radura in salita nella faggeta cedua tra resti di piazzole di carbonaie. Ad una svolta decisa verso destra 591652E-4911290N imbocchiamo invece a sinistra il sent. 653, che in leggera discesa costeggia una piccola torbiera e tra morene rivestite da faggeta esce nella spettacolare torbiera dei Laguestri 1206 m (0.30-1.15) 591927E-4911438N.
Attraversata dal confine regionale in linea retta (definito salomonicamente dopo liti continue nel XV sec.), la vasta conca di origine glaciale è solcata dal Rio Garzoli (stavolta quello originario, a monte della deviazione artificiale, che si può andare a vedere a poca distanza in fondo alla radura verso N), che crea meandri e pozze create con il riempimento dell’antico lago, di cui il toponimo conserva il ricordo. Il prosciugamento del lago e della paludosa torbiera fu accelerato ad opera dei pastori nei secoli scorsi per allargare la zona a pascolo. Si possono però notare diverse speciue botaniche delle are umide montane, come l’erioforo (Eriophorum angustifolium e E. latifolium), le carici, la pinguicola, e varie specie di ranuncolo.
A monte la boscosa Costaccia e il M. Acuto disegnano un tipico circo glaciale, la cui morena terminale andiamo ora a superare proseguendo sul sentiero 653 sul bordo opposto della torbiera. Riattraversando la faggeta tra ruscelli e dossi si risale ora brevemente sulla morena laterale e si confluisce di nuovo nel sentiero 659 in località Quattro Fagge 1280 m 592092E-4911762N. Lo seguiamo a destra (segnavia 659-653) per 10’ circa, poi attenzione a sinistra 592569E-4911569N: il 653 si stacca di nuovo tra i faggi, e lo seguiamo, imboccando una larga carraia segnata anche in giallo e blu (ippovia regionale emiliano-romagnola). Vaste porzioni di faggeta recentemente diradate permette una vista sull’alta Val d’Enza mentre procediamo a mezza costa verso NE. Un valico ci porta poi a scendere brevemente in valle Liocca: di fronte si erge l’Alpe di Succiso, dai suoi 2000 m. Raggiunto in una radura il sentiero 657 593544E-4911633N, lo imbocchiamo a destra entrando in un’alta faggeta ad alto fusto in località La Selva 1250 m (0.30-1.45).
Poco dopo lasciamo ora il 653 a sinistra per Succiso 592696E-4911545N e ci manteniamo a destra sul 657. In breve inizia una lunga salita nella faggeta che infine ci fa intravedere a destra la vasta torbiera detta Lago Gora 1425 m (0.30-2.15). Anche qui ormai il lago resta solo nel toponimo, anche se la parte paludosa è ancora significativa dopo il disgelo.
Tornando sul sentiero, continua a salire a tornanti e poco dopo sfiora a sinistra un’altra torbiera, detta Lago Gonella 1487 m (0.15-2.30).
Stesse osservazioni che per il Lago Gora, ma qui si notano maggiormente i grandi tronchi di abete bianco fossilizzato che ci fanno scoprire qualcosa sulla vegetazione dei boschi prima dell’intervento dell’uomo. Il sentiero 657 prosegue in salita nella faggeta aggirando poggi morenici e conche alte sulla valle Liocca. Tutto il sentiero dalla Selva in poi era di grande importanza per le comunità pastorali di Succiso e Miscoso, tanto da fare esso stesso da confine tra i terreni dei due borghi, entrambi appartenenti allo stato Parmense fino al 1847.
Ma poco dopo il Lago Gonella 593436E-4910434N il sentiero 657 abbandona la mulattiera (che non segnata raggiungerà la Costa del Lago, sl sent. 569) per salire ripidamente a destra e raggiungere il Rifugio Sarzana presso il Lago di M. Acuto 1580 m 593310E-4910348N (0.30-3.00).
Costruito dalla Sezione di Sarzana del CAI nel 1980, sorge a poche decine di metri dalle rive del Lago di Monte Acuto in comune di Ramiseto (RE). Costruito dapprima con due prefabbricati in lamiera, è stato ricostruito in legno da parte del Parco regionale dell’Alto Appennino Reggiano nel 1998. L’interno è dotato di 25 posti–letto, gestito da soci di Legambiente in estate e in genere nei fine-settimana. In caso di chiusura del rifugio è aperto un locale invernale con 6 posti–letto. Fonti piuttosto distanti (segnalate) e non perenni. Il lago si presenta al fondo di un circo glaciale e chiuso da uno sbarramento morenico. Vive nel lago anche una colonia di tritone alpestre.
Si riprende il sentiero 657, che superato l’emissario, volta a destra e risale tra gli ultimi faggi il circo glaciale che scende dal M. Acuto. Dopo un ripiano si attraversa la brughiera a mirtillo, su tratti di pietraie e infine si esce dal bosco, salendo su prateria a graminacee. Con alcune svolte si esce infine sul crinale appenninico alla Sella di M. Acuto 1722 m 592796E-4910234N (0.30-3.30).
Una deviazione non segnata a destra sale brevemente alla vetta del M. Acuto 1756 m, che sporge sul versante padano con vasto panorama (0.30 a/r), tra cui verso NW ammiriamo il regolare circo glaciale dei Laguestri. Tornati alla sella imbocchiamo il sentiero 00 verso destra (a sinistra del passo si nota in alto un cippo confinario tra il Ducato d Parma e uil Granducato di Toscana del 1828).
Ora si scende sul versante occidentale, che segue verso W il crinale detto La Costaccia, con vasto panorama. Dopo 10’ circa 591984E-4910325N il sentiero 00 volta a sinistra, scendendo più ripidamente verso il basso crinale boscoso che a ferro di cavallo accoglie le sorgenti dell’Enza. Suggeriamo però di mantenersi sul crinale seguendo diritto il sentiero 659A, che sfrutta una mulattiera a tornanti costruita dalla Forestale negli anni ’50 per addolcire la pendenza tra i vivai e i rimboschimenti e i pascoli in quota. Raggiunta di nuovo la faggeta trascuriamo ben due rami del sent. 659A che scendono sulla destra continuando diritto seguendo ora il sentiero 653 in direzione SW. In pochi minuti siamo alla Foce di Torsana 1322 m 591772E-4909742N (0.50-4.20), dove converge di nuovo il sentiero 00.
Il versante tirrenico è stato rimboschito a conifere, mentre la faggeta cedua prevale su quello adriatico. L’importante mulattiera di valico metteva in comunicazione Succiso e Miscoso con Comano e Camporaghena prima che negli anni ’70 fosse costruita la strada per il Passo del Giogo.
Trascurato il sentiero 108 per Torsana, si prosegue diritto sul sentiero 00 di crinale. Poco oltre esso aggira sulla sinistra il M. Palerà, rimanendo sul versante tirrenico ammantato da conifere, uscendo poi sul crinale presso ruderi di capanne pastorali curiosamente circolari. Sul versante adriatico un altro sentiero, ugualmente battuto e segnato con vernice bianca aggira il monte Palerà sulla destra tra i faggi del bacino dell’Enza. In ogni caso si riuniscono poco prima del Passo del Giogo 1262 m (0.20-4.40).
Varco appenninico tra i bacini dell’Enza e del Taverone di Comano, è sovrastato dal M. del Giogo, che dal valico ha preso il nome (il toponimo “giogo” o “giovo”, con relativi diminutivi significa valico in gran parte dell’Italia, dal latino “jugum”, per la somiglianza dei valichi con la curvatura del giogo degli animali da tiro). Per gli oltre tre decenni di guerra fredda vi fu installata una base NATO, poi smantellata e ora in attesa da 20 anni di diversa destinazione.
Da uno stradello forestale si sale su un curvone della strada provinciale per Comano, che si segue ora a destra in discesa. In pochi minuti tra la faggeta essa si snoda parallela al crinale appenninico tra la profonda val Taverone di Tavernelle a sinistra e la valletta delle sorgenti dell’Enza a destra, raggiungendo poi in breve il Passo del Lagastrello (0.20-5.00). Chi sia partito dalla diga del Lagastrello ora proseguirà sulla prima parte dell’itinerario descritto per tornarvi.