Ai piedi del Monte Losanna

A piedi         Elevato interesse: flora Elevato interesse: fauna Elevato interesse: panorama 
  • Partenza: Apella (676 m)
  • Arrivo: Apella (676 m)
  • Tempo di percorrenza: 7 ore
  • Difficoltà: E+ - Escursionistico+
  • Dislivello: 1180 m
  • Quota massima: 1620 m
  • Segnavia: segnato 114, 114A, 116, T.L.
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre
  • Località attraversate: Apella - Passo Giovarello - M. Bragalata - Passo Compione - Tornini - Iera - Compione - Apella
  • Comuni interessati: Monchio delle Corti, Bagnone, Licciana Nardi

Dal bellissimo borgo di Apella ci spingiamo sul crinale soprastante, lungo le mulattiere per le valli parmensi, tra castagneti, ruderi di alpeggi, pascoli e faggete, scendendo per borghi della valle del Bagnone.
Apella si raggiunge salendo da Tavernelle e Taponecco: si nota la torre dell'antico castello, trasformato in convento, fattoria e ora in agriturismo (Montagna Verde). Si può partire da qui salendo al vicino borgo di Apella seguendo i segnavia di Trekking Lunigiana.

Si entra nel borgo di Apella 676 m), di cui si consiglia di visitare l'interno, ricco di cortili e sottopassi, con la casa natale di Biagio e Anacarsi Nardi, combattenti del Risorgimento. Si esce dal borgo su stradella verso N , e poco dopo si stacca a destra il sent. 114, che risale oltre una fonte il castagneto che domina il borgo. In mezzo ad esso si ritrova la strada forestale (che si può comunque seguire con tragitto più lungo), che sale con un doppio tornante, poi ancora con un altro, verso le pendici del M. Cinollo. Ormai fuori dal castagneto, si compie un altro largo tornante a sinistra e ad un bivio presso un bacino di raccolta d'acqua per il soccorso antincendio, si imbocca a sinistra una carrareccia erbosa che abbrevia il percorso. Risale ripida un valloncello anni fa funestato da incendi ed ora ridotto ad un mare di felci, poi sale a sinistra su una costa aperta su un vasto panorama sulla media Lunigiana. Ora verso N si segue il crinale, riprendendo lo stradello a sinistra fino ad un tornante e ad un successivo bivio. Si sale ancora a sinistra lungo una sconnessa carraia che sfiora postazioni di caccia e termina sul crinale ormai a faggeta affacciato sulla profonda valle del Bagnolecchia. Seguiamo ora in salita la mulattiera di crinale, che presto raggiunge il valico del M. Cinollo 1231 m (1.50).

A destra la vetta erbosa offre un vasto panorama che ha pochi eguali. La mulattiera prosegue lungo il crinale, dove ora con i segnavia 114 sempre più evidenti, in un crescendo di panorami e angoli di grande suggestione, dovute alla perfezione costruttiva della mulattiera, spesso ancora selciata, incavata tra faggi secolari e affioramenti stratificati di grigia arenaria Macigno. Ad un secondo ripiano ci lasciamo a destra e a sinistra due bei sentieri piani che fungevano da accesso agli alpeggi dei valloni laterali, a destra del paese di Apella (estense) a sinistra di quello di Compione (fiorentino). Siamo infatti sempre lungo l'antico confine feudale, ancora rimarcato da cippi in arenaria fatti apporre dal Comune di Licciana a fine ‘800 lungo tutto il suo perimetro: vi troviamo infatti le lettere L a destra e B a sinistra (Licciana e Bagnone). Salendo la vecchia mulattiera resta spesso invasa dai rami invadenti dei faggi e, incavata come è degli smottamenti di terreno, quindi a volte occorre costeggiarla all'esterno. Verso i 1400 m di altitudine si tiene l'evidente mulattiera sulla destra, sul versante di Apella, lasciando che i segnavia restino sullo scomodo crinale, e presto ci troviamo sull'ampio percorso che a mezza costa si dirige decisamente verso la vallata del Torrente Taponecco, tra ripidi pascoli, dominati di fronte dalla parete del M. Bocco. Presto ci troviamo su un costone ed un piccolo valico, detto Prato del Ferro 1494 m (0.50, 2.40), grandioso balcone panoramico, e antico pascolo, alloggio estivo dei pastori di Apella.

Infatti risalendo brevemente a sinistra lungo il sentiero, ci troviamo tra i ruderi delle capanne di alpeggio, che dobbiamo aggirare per entrare nella faggeta dove prosegue il largo sentiero (ora di nuovo segnato). Ci troviamo a costeggiare in lieve salita il fianco E del Tecchio dei Merli, attraversando una pietraia, poi sempre nel bosco ceduo si raggiunge di nuovo il crinaletto di confine ad un valico a quota 1523 m

La valletta sulla sinistra non è più quella del Bagnolecchia, ma la testata del Bagnone, che nasce dal ventaglio di vette di crinale ora visibili : da sinistra il Bragalata, il Losanna, il Sillara, il Paitino, il M. Matto che chiude l'orizzonte ad W. Questo circo ad anfiteatro dove nasce il Bagnone non è che uno dei rari circhi di modellazione glaciale sul versante tirrenico dell'Appennino, generalmente esposto a S.

Si prosegue lungo il sentiero segnalato 114 che ritorna a pianeggiare sul versante destro del crinale, sul vallone di Taponecco, fino ai ruderi delle capanne Giovarello 1506 m, anch'esse antica sede di alpeggio estivo. Una salita ai piedi del crinale S del M. Losanna ci porta ad un bivio a 1620 m (0.40-3.30).

Variante del M. Losanna: Questa variante allunga il percorso di circa 2 ore e 350 m di dislivello, quindi è da affrontare solo con il tempo stabile e un certo allenamento (9 ore di cammino in totale). Sale al M. Losanna e ridiscende alla conca dei Tornini attraverso i Passi di Giovarello e di Compione.

Il sentiero 114 sale a destra al di sopra dei torrioni di arenaria che precipitano verso la conca dei Tornini. La traccia, ora stretta e invasa dall'insidioso Brachypodium genuense dai lunghi cespi erbosi, taglia in diagonale la base del M. Losanna, raggiungendo il crinale appenninico al Passo Giovarello 1749 m (0.50), poco marcato, ma storico punto di passaggio delle greggi lunigianesi dei borghi di Apella e Varano, feudi estensi, verso il versante parmense.

A sinistra con il sentiero 00 si sale in vetta al M. Losanna 1856 m (0.30-1.20).

Costituito da tre cime era Indicato su carte del XIX sec, come M. Tèndola, e sulle odierne diviso tra M. Losanna (la vetta più alta, quella W) e M. Bragalata (relegato all'anticima E 1835 m su cui si trova un cippo confinario di fine ‘800 tra i comuni di Licciana e Monchio), probabilmente per rispecchiare il differente toponimo complessivo attribuito dai due versanti, Bragolata nel parmense e Losara in Lunigiana. sull'altra meno evidente anticima orientale 1835 m (quella chiamata M. Bragalata sulle carte IGM, e).Offre una vista veramente vasta, ostruita solo ad W dal crinale del M. Sillara; non raro è il volo elegante di rapaci, e sui suoi fianchi non è difficile trovare le impronte e le fatte del lupo, tornato a frequentare l'Appennino da qualche decennio. Dall'anticima centrale quotata 1855 m, si stacca la dorsale del Tecchio dei Merli, che fa da confine anche fra i comuni lunigianesi di Licciana e Bagnone (e un tempo tra i feudi di Varano estense e Compione fiorentino): un buco rotondeggiante sulla vetta fa pensare che qui non poteva mancare un termine ducale della serie del 1828, fatta realizzare da Maria Luigia di Parma. Infatti una Disposizione pubblicata a Parma il 7 gennaio 1829 descrive il collocamento dei termini tra gli Stati di Parma e quelli di Toscana pone il Termine 122 “sul crine del Monte, luogo detto Bragolata o Losara (terzo di triplice confine)”. Ritenendo che “triplice” non sia da riferire alle tre anticime, ma al fatto che nell'enumerazione si tratta della terza volta che un termine cade su un triplice confine di Stato, in questo caso sulla cima centrale (Parma a N, Granducato di Toscana a SW - territorio di Compione e Stati Estensi a SE - territorio di Varano), abbiamo l'esatta prova che il cippo era stato posato qui, poi divelto al dissolvimento dei ducati..

Sul versante opposto il sentiero di crinale scende al Passo di Compione 1794 m (0.20-1.40), a cui sale dalla Val Cedra una lunga mulattiera storica da Valditacca.

Una recente tabella toscana della GEA ci indica a sinistra il sent.116: lasciamo il crinale 00 e lo imbocchiamo verso la conca dei Tornini, seguendo i segnavia in discesa a tornanti sul ripido pascolo sottostante. Tralasciata una deviazione per la Verzella, la larga mulattiera entra nella faggeta, e ai piedi delle rocciose balze del M. Losanna riceve da sinistra il sent. 114a (itinerario principale).

A sinistra scende il sent. 114A, che cala rapidamente nella Val Bagnone in un valloncello di origine glaciale ai piedi delle balze rocciose del M. Losanna. Confluito in una radura nel sent. 116 (variante lunga), prosegue poi in discesa a sinistra lungo un ruscello, poi tra carbonaie di una bellissima faggeta. Dopo un po' di giravolte tra massi erratici, radure, coste e saliscendi il sentiero attraversa i pascoli dove sorgevano capanne stagionali oggi invasi da felci e lamponi, tra alcuni cumuli di massi (sono ordinate “masere” accatastate bonificando i pascoli). Non restano ormai che pochi ruderi nascosti di quelle che erano le Capanne Tornini 1284 m (0.30, 4.00), e poco oltre una fonte fatta con un tubo di gomma usciamo su uno spiazzo erboso pari: era il piazzale capolinea di una strada costruita negli anni '70 per impianti sciistici mai realizzati.

Ora la dobbiamo seguire per 15 minuti, ha provocato il franamento completo di 2 km dell'antica mulattiera. Tra i massi che ingombrano la carreggiata si percorre il tracciato stradale con le alte pendici instabili a sinistra e l'ampia dorsale del M. Losanna a destra, seguita dalla mole rocciosa del M. Sillara e dalle creste del Paitino. Alla netta curva a sinistra della strada riappare la Val di Magra con sullo sfondo il golfo spezzino e le isole. Si abbandona la strada che aggira in salita il M. S. Maria e si scende a destra sempre con i segnavia 116 sull'affilato crinaletto che pare sospeso sulla profonda valle del Bagnone. Dopo una scomoda discesa nel bosco ceduo ripidissimo, si recupera l'antica mulattiera, che scende a tornanti nel fondovalle, fino a guadare il Bagnone ai piedi di grandi massi. Si prosegue sulla riva destra del torrente, ai piedi del M. Sillara, su una serie di paleofrane colonizzate da arbusti tipici degli alvei fluviali e terreni sciolti, varcando ruscelli ed aree umide. Sempre lungo il torrente si giunge alfine in mezzo ad un intero villaggio diroccato: siamo alle Capanne in Garbia 958 m (0.30, 4.30), alpeggio di Iera, appartenente un tempo quindi al feudo di Treschietto (estense) e non a Compione (fiorentino) come le Capanne Tornini (il Bagnone qui faceva da confine).

In mezzo ai ruderi del villaggio, costruito su un paleoalveo alla confluenza dei due rami del Bagnone, si lascia a destra il sentiero per le vicine Capanne di Iera e per gli alpeggi più alti, ai piedi del M. Matto e del Paitino. Scendendo invece a destra la mulattiera ora diviene bellissima ed ancora quasi interamente selciata, varca a guado anche l'altro ramo del Bagnone, proveniente dal M. Paitino (anch'esso difficoltoso solo dopo piogge prolungate o scioglimento della neve), reso incavato dalle alluvioni. Ora la mulattiera discende la stretta valle verso S, un occhio al mirabile selciato, un altro ai castagni secolari, alle pozze cristalline e alle rapide del torrente, ed ogni tanto occorre voltarsi per vedere il M. Sillara allontanarsi. Tutto il percorso è stato recentemente ripulito dagli invadenti arbusti grazie agli introiti dei permessi per la raccolta di funghi. In fondo alla vallata si superano alcune prese dell'acquedotto, ed infine l'ultimo tratto è stato trasformato in carrabile, da cui si stacca a destra l'antica mulattiera che porta in pochi minuti a Iera (0.50, 5.20).

Attraversato il borgo fino alla chiesa, se ne esce e attraversata la strada si trovano i segnavia del Trekking Lunigiana che attraversano il Bagnone presso antichi mulini e risalgono su mulattiera il castagneto. Sfiorando il rudere suggestivo di una torre medievale di guardia al confine ducale si prosegue a saliscendi paralleli alla strada sulle vecchie mulattiere fino al borgo di Compione 694 m (0.30, 5.50), per secoli striscia di territorio fiorentino tra due feudi prima dei Malaspina, poi estensi, e con la curiosa pianta regolare ad angoli retti, come i borghi di fondazione. Visitato il borgo e la chiesetta di S. Leonardo, si risale la strada soprastante fino al secondo tornante: i segnavia proseguono diritto a superare un piccolo valico, poi si scende a guadare il T. Bagnolecchia. Una carraia recente risale al valico della Colla 863 m, con cui torniamo nel bacino del Taverone. Una discesa recupera lo stradello forestale che ci porta in breve di nuovo ad Apella (1.10-7.00)

Punti d'appoggio: agriturismo Montagna Verde La Torre di Apella camere e ristorante Tel. 0187/421203
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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
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Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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