La metodologia d'intervento sarà quella elaborata nel corso dei due progetti "Life-Natura" che hanno interessato l'Appennino settentrionale tra il 1995 e il 2001 volti alla ricostruzione della foresta apopenninica. Tale metodologia, approvata e cofinanziata dall'Unione Europea, è applicabile anche ad altre foreste dell'Appennino e delle Alpi. Del metodo utilizzato si dà conto di seguito, e più dettagliatamente nell' Allegato C.
I due progetti "Life Natura" avevano come obiettivo generale il ripristino di quella che era in origine la foresta appenninica primigenia ed in particolare erano rivolti al miglioramento dello stato di conservazione dei piccoli nuclei di conifere autoctone esistenti nell'Appennino Emiliano Occidentale (fig 1), che rappresentano, di fatto, gli ultimi lembi della foresta mista che caratterizzava quest'area montana oltre i 1000 metri, e che attualmente risulta essere occupata quasi interamente da faggete pure per lo più governate a ceduo.
Gli obiettivi specifici di questi progetti sono stati:
- l'eliminazione dei fattori di disturbo per le popolazioni di conifere relitte
- il ripristino di habitat naturali con conifere autoctone
- la diffusione delle provenienze locali di conifere
- la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sull'importanza della conservazione della foresta appenninica primigenia.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, le azioni sono state tutte indirizzate a limitare i danni alle popolazioni conifere da parte del pascolo di bestiame domestico e di ungulati selvatici attraverso la realizzazione di protezioni su singole piante e di recinzioni di aree più grandi (fig 2).
Per il secondo obiettivo sono stati effettuati interventi selvicolturali (soprattutto piccoli diradamenti della faggeta) volti a migliorare le condizioni di vegetazione degli individui di conifere presenti, favorendo in particolare l'affermazione della rinnovazione presente e creando le condizioni per l'insediamento di nuove plantule (fig 3).
Per ciò che concerne il terzo obiettivo, durante i 2 progetti è stato raccolto seme da piante madri appartenenti alle popolazioni autoctone individuate, dal quale sono state ottenute piantine che sono state poi reintrodotte in natura tramite la realizzazione di piccoli "microcollettivi" sia a fianco di nuclei già esistenti, sia in aree ritenute idonee in cui sono state impiantate nuove popolazioni (fig 4).
Infine sono state promosse numerose iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle tematiche della conservazione della biodiversità locale, tra cui la pubblicazione di un volume dedicato, la realizzazione di un cortometraggio animato, bacheche esplicative nei luoghi più significativi del progetto e l'organizzazione di seminari e convegni sul tema. I progetti realizzati erano propedeutici all'impostazione di una strategia a lungo termine per la conservazione delle foreste appenniniche, ed erano in particolare volti alla messa a punto di metodi a strategie efficaci all'uopo. L'Unione Europea ha apprezzato il lavoro fatto approvandoli, garantendone la bontà dei risultati e di fatto suggerendoli come base per le future scelte operative di salvaguardia della foresta appenninica.
Il progetto "Wee Green" consentirà di proseguire con le misure di conservazione iniziate nei due progetti Life Natura; in particolare, supporterà la continuazione di interventi selvicolturali e la produzione e reintroduzione di piantine autoctone, dando in questo modo continuità al percorso intrapreso per la ricostituzione della foresta appenninica.
Le attività intraprese in questo progetto verranno seguite e documentate con continuità su questo sito web, permettendovi di seguire passo dopo passo di quest'iniziativa.