Cibi universalmente noti, come il prosciutto di Parma e il parmigiano reggiano, sono affiancati da un numero considerevole di prodotti tradizionali - almeno 64 quelli identificati e classificati dal Ministero delle Politiche agricole - che hanno meritato i marchi Dop e Igp o l'istituzione in presidi Slow Food.
E' il risultato della sagacia e della lungimiranza delle nostre comunità che, utilizzando in modo differenziato e complesso i territori, adattando tecniche e consuetudini agronomiche, si sono fatte guardiane della diversità biologica ancor prima che il termine biodiversità fosse coniato.
L'AGROALIMENTARE PRESIDIO DEL TERRITORIO, FATTORE DI IDENTITA E DI COESIONE SOCIALE'
La farina di castagne e il farro della Garfagnana, così come il miele, la caciotta e gli insaccati (biroldo, mondiola) della Lunigiana, i pecorini di Succiso e di Lunigiana, la cipolla di Treschietto, il pan di patate garfagnino o della Valle del Serchio, sono oggi divenuti prelibatezze da gourmand. Le tradizioni gastronomiche locali, che esaltano proprietà e varietà dei prodotti, sono ormai sinonimo di buona tavola e richiamano attenzione e studio, oltre che nuovi e crescenti turismi.Ma, prima ancora, le produzioni e la cucina sono stati elementi aggreganti di collettività che, insieme al sostentamento, ne hanno tratto aspetti distintivi della cultura, quali storie, riti, cerimonie, sagre. Queste popolazioni hanno desiderio e necessità di continuare a riconoscersi e impegnarsi, innovandole, nelle attività tradizionali e meritano di vedere realizzata, anche attraverso queste produzioni, una economia forte e durevole, di cui siano protagoniste le nuove generazioni.
E' quanto si propone di contribuire a realizzare la Riserva MaB Unesco, innestando su una tradizione di successo l'innovazione delle forme di produzione agricola legate al richiamo di un turismo enogastronomico e di natura.
Vai sul sito della Riserva MaB: www.mabappennino.it