Il Progetto Life CLAW (Crayfish lineages conservation in north-western Apennine), cofinanziato dall'Unione Europea, mira alla conservazione e alla salvaguardia delle ormai rare popolazioni autoctone di gambero di fiume dell'Appennino nord-occidentale.

L'area di progetto si estende tra le Regioni Emilia-Romagna e Liguria, complessivamente in 28 siti, tutti ricadenti all'interno della Rete Natura 2000; le province interessate sono Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Genova e Savona. Il progetto, della durata di 5 anni (2019-2024), è coordinato dall'Ente Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano e i beneficiari associati sono: il Consorzio Bonifica di Piacenza, l'Acquario di Genova, l'Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Comune di Fontanigorda, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Comune di Ottone, il Parco Regionale dell'Antola, l'Università Cattolica del Sacro Cuore e l'Università di Pavia.

La specie target è il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), conosciuto anche come "gambero dalle zampe bianche", l'unico genere di gambero nativo presente in Italia nonché il più grande invertebrato presente sul nostro territorio. Lo si può trovare nelle cosiddette acque limpide e ben ossigenate di rii, torrenti e laghetti della fascia collinare-montana che sono caratterizzati da materiali in alveo diversificati, come ciottoli, fango, limo, strami vegetali (foglie e rami), radici sommerse e vegetazione acquatica, che costituiscono i suoi potenziali rifugi. La posizione tassonomica di questa specie target è tuttora controversa e non del tutto definita. Ad oggi viene considerato come un complesso di specie con una robusta struttura genetica: Austropotamobius pallipes complex. Le indagini genetiche hanno dimostrato che le popolazioni italiane del genere di gambero d'acqua dolce Austropotamobius appartengono infatti a due differenti specie: A. pallipes nell'area nord-occidentale e A. italicus nel resto dell'Italia continentale e peninsulare (quest'ultima con ben quattro sottospecie). La distinzione tra A. italicus e di A. pallipes, non essendo state ancora individuate le differenze morfologiche tra le specie, va effettuata pertanto con le opportune analisi genetiche al fine del loro esatto riconoscimento, importante per la corretta gestione della specie e delle relative azioni di reintroduzione e ripopolamento. Le popolazioni autoctone di A. pallipes hanno subito una notevole contrazione e un diffuso declino in Europa e in tutta la penisola italiana negli ultimi decenni, al punto che la specie è attualmente classificata come in pericolo di estinzione (endangered) nella Red List IUCN (Lista rossa dell'International Union for Conservation of Nature). È inoltre inserita nella Direttiva Habitat dell'Unione Europea (92/43/CEE), in particolare come "specie d'interesse comunitario per la quale devono essere individuate zone speciali di conservazione" (Allegato II). La presenza di popolazioni residue è attualmente limitata a piccoli corsi d'acqua e ad alcune sorgenti tra la zona collinare e montana. Le cause della sua rarefazione sono molteplici e principalmente legate alle attività antropiche: opere di drenaggio e canalizzazioni, sbarramenti dei corsi d'acqua, prelievi eccessivi di acqua per uso industriale, agricolo e civile, scarichi di acque calde legate alla produzione di energia elettrica, scarichi industriali e urbani, siccità, bracconaggio, semine ittiche e acidificazione delle acque, immissione deliberata o accidentale di specie di gamberi alloctoni con il loro carico parassitario. Una delle minacce più letali per il gambero di fiume autoctono è infatti la "peste del gambero", di cui spesso i gamberi di fiume alloctoni sono portatori sani. L'obiettivo principale del progetto è migliorare lo stato di conservazione delle popolazioni di gambero di fiume A. pallipes attraverso un programma a lungo termine articolato su più azioni. Uno degli scopi specifici riguarda il miglioramento dello stato delle conoscenze su distribuzione e abbondanza delle popolazioni nell'area di studio. Le azioni concrete, infatti, mirano a raccogliere e verificare segnalazioni storiche e recenti sulla presenza di A. pallipes e a effettuare campionamenti genetici e sanitari sulle popolazioni investigate che permettano di ampliare la conoscenza sul quadro generale riguardante la struttura genetica di queste popolazioni. Sono previsti anche sopralluoghi per accertare lo stato di salute dei corsi d'acqua e per stimarne i parametri chimico-fisici. Fondamentale è la valorizzazione, grazie ai campionamenti e ad approfondite analisi genetiche, delle popolazioni di A. pallipes che presentano la maggiore variabilità genetica nell'Appennino nord-occidentale. Da queste popolazioni, sufficientemente abbondanti e prive di patologie, saranno prelevati alcuni adulti riproduttori che avranno un ruolo fondamentale nell'ambito di un programma di riproduzione in allevamenti semi-naturali. A tal proposito si prevede l'aumento del numero delle popolazioni presenti nell'area di progetto e delle loro consistenze attraverso un programma di rinforzo e reintroduzione di giovani nati nei centri di riproduzione appositamente allestiti, in particolare due in provincia di Parma, a Monchio delle Corti e Corniglio, uno in provincia di Genova, a Fontanigorda e infine uno nel comune di Fivizzano in Toscana. Un obiettivo significativo è anche il contenimento delle specie di gambero alloctone invasive e conseguentemente il contrasto alla diffusione della patologia di cui sono portatrici. Le azioni di prevenzione prevedono una vasta campagna di informazione per evitare che individui di gamberi alloctoni vengano intenzionalmente o accidentalmente rilasciati in natura. Il contenimento prevede inoltre la raccolta massiva di gamberi alloctoni da parte di personale autorizzato, nonché a costruzione di apposite barriere che ne limitino la mobilità rallentandone la diffusione dalla pianura, dove oggi sono più presenti, verso le aree collinari e montane abitate dalle popolazioni residue autoctone. Altri obiettivi fondamentali riguardano la stesura di un piano strategico di conservazione che comprenda la redazione di una mappa di zonazione al fine di individuare i corsi d'acqua più adatti al gambero di fiume e la promozione di accordi con le associazioni che a vario titolo si occupano di pesca per una gestione sostenibile di questi corsi d'acqua, in modo da garantire il mantenimento nel lungo periodo delle condizioni favorevoli alla conservazione delle popolazioni autoctone ricreate e rinforzate con il progetto. Infine, sono previsti incontri di informazione e formazione che mirano ad aumentare la sensibilizzazione degli abitanti e dei portatori d'interesse verso questa specie minacciata e del suo fragile ecosistema.

E-mail di progetto: info@lifeclaw.eu
Pagina facebook "Lifeclaw": www.facebook.com/Lifeclawproject
Sito ufficiale di progetto: Life Claw - Progetto per la salvaguardia del gambero d'acqua dolce Austropotamobius pallipes

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