Nel raggio di sessanta chilometri da un certo punto del crinale d'Appennino, si raccolgono due Parchi nazionali, quattro Parchi regionali e un'area marina protetta
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Sono i Parchi di Mare e d'Appennino: il Parco nazionale delle Cinque terre, con la sua area marina protetta; il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano; i parchi regionali delle Apuane, dei Cento Laghi parmensi, del Frignano modenese e di Monte Marcello-Magra. Ad essi si potrebbe aggiungere anche il parco regionale di Migliarino-San Rossore.
Perchè tante aree protette, tante e così concentrate, in un cerchio percorribile in una mezza giornata di auto?
Quel punto dell'Appennino è nel fuoco di uno snodo geografico e climatico: quello tra il continente e la penisola italiana. Qui si incontrano i venti, le perturbazioni, i confini climatici euro-mediterranei. Qui si incontrano e si confondono tre regioni ben distinte come l'Emilia, la Liguria e la Toscana. Qui la diversità e la complessità geografica, paesistica, biologica e metereologica, si esprimono a livelli elevatissimi. E di conseguenza è molto elevata anche la diversità storica, culturale, agricola, produttiva ed economica.
La tutela e valorizzazione di questi ecosistemi e dei paesaggi, non può essere disgiunta dalla promozione di uno sviluppo economico compatibile, sostenibile e di qualità.
La legge quadro sulle aree protette prevede esplicitamente politiche di sistema e politiche territoriali per rendere organica e più forte la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo che non si può realizzare per piccole zone di territorio. I patti siglati tra i Parchi di Mare e d'Appennino si limitano per ora a definire relazioni intense tra le aree protette, a ricercare prodotti e azioni comuni nel campo della tutela e del turismo, anche per la naturale complementarietà tra i vari tipi di turismo (città d'arte e beni culturali, parchi e beni naturali, attività sportive, mare, montagna, neve, sapori e gastronomia) tra aree sovraccariche e aree deserte. L'insieme di questa area -geograficamente ristretta- ma vasta per quantità e diversità di tematismi e attività, richiede coerenti azioni non solo da parte dei Parchi, ma prima di tutto dagli enti territoriali a competenza generale, le regioni, le province e i comuni. Questi sono chiamati a essere governo ed editore di identità diverse, ma al tempo stesso non possono non considerare le connessioni che il territorio propone naturalmente, poichè sono proprio queste connessioni la fonte di un grande valore aggiunto. In questa area può essere identificato un nuovo originale distretto turistico-naturalistico-culturale e di servizi di valore nazionale. Di esso i Parchi sono già oggi forte testimonianza.
Tra Parma, Pisa, Lucca e Portofino, passando per Massa Carrara, La Spezia, Sarzana fino a Reggio Emilia e Modena, i territori sono plurali, legati alle città capoluoghi ma anche ricchi di municipi. I distretti industriali (del marmo alla ceramica alla meccanica alla cantieristica all'alimentare) sussistono, ma andando via via verso l'interno del cerchio, cedono il passo a una differenziazione sempre più accentuata. C'è un tessuto di piccole piccolissime imprese dei servizi dell'artiginato, del turismo, delle tipicità agro-alimentari davvero originale che facilmente raggiunge punte di elevatissima qualità. Un'Italia minore che sa essere spesso anche l'Italia migliore. Un made in Italy di tipo nuovo, che non è catalogabile sotto nessuna etichetta industriale e tende verso modelli di sviluppo più nuovo di soft economy.
- Parco Nazionale delle Cinque Terre
- Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra
- Parco dei Cento Laghi
- Parco del Frignano
- Parco Alpi Apuane
- Protocollo di intesa
- Progetto APE (PDF - 412Kb)
- Partecipazione a "La Campionaria"
- Partecipazione ad Alpi Expo 365